giovedì 22 dicembre 2011

NON CI RESTA CHE SHERWOOD


di Francesco Natale

Abbiamo consentito che i castisti in servizio permanente ci castrassero ideologicamente, degradandoci tutti da "cittadini" a semplice fenomeno sociale, funzionale in primo luogo all'omologazione culturale e politica che la cosiddetta Europa ci impone: omologazione di cui l'attuale esecutivo è solo punta dell'iceberg.

L'Italia è attualmente governata da un reggente, il quale non ha legittimità politica ma numerica, e la riprova di ciò viene quotidianamente ribadita da un presidente della Repubblica che, a suon di excusationes non petitae, si sbraccia per affermare il contrario. Siamo governati da Giovanni senza terra, per capirci. Il quale, come da tradizione scottiana, regge il proprio traballante seggio attraverso il suo personale Sceriffo di Nottingham, al secolo Attilio Befera, presidente di Equitalia nonché direttore dell'Agenzia delle Entrate. Difatti il primo, e finora unico, "merito" del governo Monti è stato quello di trasformare il proprio mastino da riscossione in soggetto politico a tutti gli effetti. Una "holding" che impiega 32.000 dipendenti il cui scopo primario, se non l'unico, consiste nello spremere come limoni i cittadini italiani, e che assomma in sé competenze e prerogative inaudite per uno Stato che voglia definirsi civile, moderno e liberale, cessa di essere una semplice "agenzia" di factoring e diviene, per l'incidenza brutale ed arbitraria che esprime nel vissuto quotidiano del cittadino medio, un soggetto politico tout court. Poco importa se il suo direttivo, il suo amministratore e i 32.000 scherani di cui sopra siano o meno soggetti eletti attivamente: è il risultato economico/sociale (e quindi prettamente politico) che producono che conta.

Una situazione pericolosamente anomala che, avvalendoci del qualunquismo da bar sport, possiamo liquidare dicendo che questo è ciò che accade quando al primato della politica subentra il primato della tecnica, ovvero quando l'apparato politico, che in quanto tale è responsabile di fronte al proprio bacino elettorale, viene degradato a ruolo ancillare rispetto alla tecnocrazia, la quale per contrappunto ha le mani completamente libere e svincolate da ogni principio di responsabilità e trova giustificazione in sé stessa, per il semplice fatto che esiste.

Tutto sostanzialmente vero, ma non basta: è utile cercare di capire come si arriva ad una tale deminutio della nostra sovranità nazionale. La situazione di estrema compressione dei nostri diritti soggettivi cui siamo di fronte non può generarsi autonomamente nel volgere di poche settimane: perché il "seme di Caino" attecchisca e fruttifichi è indispensabile che il terreno destinato alla semina sia dissodato, scassato, arato e fertilizzato con certosina pazienza e diuturna fatica. E nel corso degli ultimi cinque anni la proliferazione di "agricoltori del Male" è stata inarrestabile e costante. L'operazione agricola si è sviluppata su più fronti, ovvero è stata organica e ramificata, fondandosi però su un denominatore comune, su un motore primario che ha trasformato la teoria in realtà: lo snaturamento delle fondamenta stesse su cui si basa la nostra identità nazionale e, come sempre accade di conseguenza, l'acquisizione forzosa di modelli politici, economici, sociali, in una parola culturali, che mai ci sono stati propri e che nulla hanno a che vedere con la nostra storia patria. Su tutti, uno: siamo andati a dormire cattolici e ci siamo risvegliati luterani. Fuor di metafora: abbiamo spedito il cervello all'ammasso dell'europeismo rinnegando le nostre radici.

Due esempi tra i tanti: Karl-Theodor zu Guttenberg e Jaqui Smith. Il primo, ministro della Difesa nel governo Merkel, nonché astro nascente della Cdu, è stato costretto alle dimissioni poiché pare che quindici anni fa avesse copiato parte della sua tesi di ricerca. Uno scandalo oggettivamente inaudito e intollerabile per un paese così moralista da aver legalizzato la prostituzione. La stampa internazionale in generale, e quella italiana nello specifico, non hanno mancato di prodursi in lodi sperticate nei confronti dell'inflessibile cancelliere tedesco che ha esatto le dimissioni dell'indegno ministro. Nessuno, ma proprio nessuno, si è chiesto se egli fosse o meno un buon ministro della Difesa (risposta: sì), se egli fosse o meno un buon politico (sì), se egli fosse o meno una risorsa vincente per il proprio partito (ancora una volta: sì). Partito, la Cdu, che per inciso sta pigliando le nespole ad ogni confronto elettorale da quando la Merkel è a capo dell'esecutivo, pure nei feudi storici.

Netta prevalenza della forma sulla sostanza, quindi: criterio selettivo luterano, in base al quale la "presentabilità" e la reputazione "specchiata", come direbbe la senatrice Finocchiaro, diventano criteri sostitutivi rispetto a carisma, intelligenza, dedizione, passione, capacità. Se ne sussume il seguente principio: puoi essere un emerito imbecille e un potenziale sfascia-Stati (vedi alla voce Zapatero...), ma l'importante è che tu non abbia mai sbirciato dal buco della serratura la Madre Superiora che si spogliava al fine di coglierne fugace vision delle pudenda, ed ogni deficit intellettuale ti sarà perdonato.

Jaqui Smith: ancora peggio, se possibile. Nominata ministro degli Interni da Gordon Brown nel 2007, è stata costretta a dimettersi nel 2009. La motivazione dietro alle imposte dimissioni ha del surreale: Richard Timney, marito della signora Smith, avrebbe utilizzato di nascosto una carta di credito governativa di proprietà del ministero per pagarsi due film a luci rosse sulla pay-Tv. Scandalo a tutta pagina e morte civile per decreto giornalistico della Smith, costretta a pubbliche scuse e congedata con ignominia. La cosa peggiore in assoluto, una volta di più, non inerisce alla sostanza, bensì alla forma: le dimissioni a causa di interposta persona non sono state determinate dal piano qualitativo, ovvero dal fatto che il marito della Smith fosse un pornografo (robetta che comunque inerisce alla privacy della persona singola) ma dal fatto che la pruderie (perché d'altro non si tratta) del signor Timney abbia configurato l'unico comportamento che la severa società anglicana considera come ineluttabilmente empio, ovvero l'utilizzo improprio di denaro pubblico. Questo in un paese nel quale da un quinquennio buono si sta seriamente pensando di abbassare l'età legale per avere rapporti sessuali consenzienti a seguito dello spropositato numero di baby-mamme con cui sistema penale e welfare hanno a che fare, 400 delle quali sono infraundicenni (!!!) e i cui fecondi compagni dovrebbero, a norma di codice, trovare albergo nelle patrie galere. Pragmatismo d'Albione, insomma...chapeau!!

Dagli esempi riportati emerge una paradossalità, un'antinomia profonda e insanabile tra forma e sostanza che nella scalcinata e tanto vituperata Italia non avrebbe mai trovato luogo. Eppure abbiamo consentito a cori di ammirate voci bianche di assordarci, di toglierci ragione e sentimento, di demolire il nostro elementare apparato critico: abbiamo ceduto alla vulgata demagogica e strumentale del castismo, il cui unico scopo è stato fin dal principio conculcarci visioni , narrazioni e principi non nostri, assolutamente innaturali e lontani dall'italico comune sentire. Così oggi siamo fermamente convinti che un politico che prende il tram rinunciando all'auto blu sia automaticamente uno statista, che l'abolizione delle Province dimezzerà i costi correnti dello Stato (falso, ma ci torneremo su...), che "sobrietà" e "austerità" siano sinonimi di qualità politica, che il "vero problema è l'evasione fiscale" (nuovamente falso), che la strada per la crescita passi da Serpico e dal dimezzamento dei parlamentari e del loro stipendio (e 2000 impiegati e consulenti del Quirinale con cosa son pagati? Ticket pasto e strette di mano, forse?), che la nuova frontiera di civiltà passi inesorabilmente dagli eco-pass e dai registri delle unioni civili, che la tassa patrimoniale sia buona e giusta tanto che pure Confindustria la chiede a gran voce, dimenticando il particolare non da poco che, contrariamente alle aspettative sognanti del popolino, i capitani di industria non sono fisicamente proprietari nemmeno dei piatti che usano per gustare ostriche e caviale (i quali appartengono invece alle loro holding) e, di conseguenza, chiedono tutti a gran voce un tassa che non li riguarderà nemmeno di striscio. Comodo. E proficuo. Abbiamo consentito, insomma, che i castisti in servizio permanente ci castrassero ideologicamente, degradandoci tutti da "cittadini" a semplice fenomeno sociale, funzionale in primo luogo all'omologazione culturale e politica che la cosiddetta Europa ci impone: omologazione di cui l'attuale esecutivo è solo punta dell'iceberg.

Il punto chiave è oggi il seguente, quindi: mettendoci una manina nei pantaloni riusciamo, per caso, a ritrovare una manciata di palle e a reagire, politicamente of course, di fronte alla svendita all'incanto del nostro Paese? Perché nell'attesa che Re Riccardo torni dalla Siria e cacci a pedate Giovanni e Nottingham, o pretendiamo e otteniamo una nuova Magna Charta oppure non ci resta che Sherwood...

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