di Francesco Natale
Abbiamo consentito che i castisti in servizio permanente
ci castrassero ideologicamente, degradandoci tutti da "cittadini" a
semplice fenomeno sociale, funzionale in primo luogo all'omologazione culturale
e politica che la cosiddetta Europa ci impone: omologazione di cui l'attuale
esecutivo è solo punta dell'iceberg.
L'Italia è attualmente governata da un reggente, il quale
non ha legittimità politica ma numerica, e la riprova di ciò viene
quotidianamente ribadita da un presidente della Repubblica che, a suon di
excusationes non petitae, si sbraccia per affermare il contrario. Siamo
governati da Giovanni senza terra, per capirci. Il quale, come da tradizione
scottiana, regge il proprio traballante seggio attraverso il suo personale
Sceriffo di Nottingham, al secolo Attilio Befera, presidente di Equitalia
nonché direttore dell'Agenzia delle Entrate. Difatti il primo, e finora unico,
"merito" del governo Monti è stato quello di trasformare il proprio
mastino da riscossione in soggetto politico a tutti gli effetti. Una
"holding" che impiega 32.000 dipendenti il cui scopo primario, se non
l'unico, consiste nello spremere come limoni i cittadini italiani, e che
assomma in sé competenze e prerogative inaudite per uno Stato che voglia
definirsi civile, moderno e liberale, cessa di essere una semplice
"agenzia" di factoring e diviene, per l'incidenza brutale ed
arbitraria che esprime nel vissuto quotidiano del cittadino medio, un soggetto
politico tout court. Poco importa se il suo direttivo, il suo amministratore e i
32.000 scherani di cui sopra siano o meno soggetti eletti attivamente: è il
risultato economico/sociale (e quindi prettamente politico) che producono che
conta.
Una situazione pericolosamente anomala che, avvalendoci
del qualunquismo da bar sport, possiamo liquidare dicendo che questo è ciò che
accade quando al primato della politica subentra il primato della tecnica,
ovvero quando l'apparato politico, che in quanto tale è responsabile di fronte
al proprio bacino elettorale, viene degradato a ruolo ancillare rispetto alla
tecnocrazia, la quale per contrappunto ha le mani completamente libere e
svincolate da ogni principio di responsabilità e trova giustificazione in sé
stessa, per il semplice fatto che esiste.
Tutto sostanzialmente vero, ma non basta: è utile cercare
di capire come si arriva ad una tale deminutio della nostra sovranità
nazionale. La situazione di estrema compressione dei nostri diritti soggettivi
cui siamo di fronte non può generarsi autonomamente nel volgere di poche
settimane: perché il "seme di Caino" attecchisca e fruttifichi è
indispensabile che il terreno destinato alla semina sia dissodato, scassato,
arato e fertilizzato con certosina pazienza e diuturna fatica. E nel corso
degli ultimi cinque anni la proliferazione di "agricoltori del Male"
è stata inarrestabile e costante. L'operazione agricola si è sviluppata su più
fronti, ovvero è stata organica e ramificata, fondandosi però su un
denominatore comune, su un motore primario che ha trasformato la teoria in
realtà: lo snaturamento delle fondamenta stesse su cui si basa la nostra
identità nazionale e, come sempre accade di conseguenza, l'acquisizione forzosa
di modelli politici, economici, sociali, in una parola culturali, che mai ci
sono stati propri e che nulla hanno a che vedere con la nostra storia patria.
Su tutti, uno: siamo andati a dormire cattolici e ci siamo risvegliati
luterani. Fuor di metafora: abbiamo spedito il cervello all'ammasso
dell'europeismo rinnegando le nostre radici.
Due esempi tra i tanti: Karl-Theodor zu Guttenberg e
Jaqui Smith. Il primo, ministro della Difesa nel governo Merkel, nonché astro
nascente della Cdu, è stato costretto alle dimissioni poiché pare che quindici
anni fa avesse copiato parte della sua tesi di ricerca. Uno scandalo
oggettivamente inaudito e intollerabile per un paese così moralista da aver
legalizzato la prostituzione. La stampa internazionale in generale, e quella
italiana nello specifico, non hanno mancato di prodursi in lodi sperticate nei
confronti dell'inflessibile cancelliere tedesco che ha esatto le dimissioni
dell'indegno ministro. Nessuno, ma proprio nessuno, si è chiesto se egli fosse
o meno un buon ministro della Difesa (risposta: sì), se egli fosse o meno un
buon politico (sì), se egli fosse o meno una risorsa vincente per il proprio
partito (ancora una volta: sì). Partito, la Cdu, che per inciso sta pigliando
le nespole ad ogni confronto elettorale da quando la Merkel è a capo
dell'esecutivo, pure nei feudi storici.
Netta prevalenza della forma sulla sostanza, quindi: criterio
selettivo luterano, in base al quale la "presentabilità" e la
reputazione "specchiata", come direbbe la senatrice Finocchiaro,
diventano criteri sostitutivi rispetto a carisma, intelligenza, dedizione,
passione, capacità. Se ne sussume il seguente principio: puoi essere un emerito
imbecille e un potenziale sfascia-Stati (vedi alla voce Zapatero...), ma
l'importante è che tu non abbia mai sbirciato dal buco della serratura la Madre
Superiora che si spogliava al fine di coglierne fugace vision delle pudenda, ed
ogni deficit intellettuale ti sarà perdonato.
Jaqui Smith: ancora peggio, se possibile. Nominata
ministro degli Interni da Gordon Brown nel 2007, è stata costretta a dimettersi
nel 2009. La motivazione dietro alle imposte dimissioni ha del surreale:
Richard Timney, marito della signora Smith, avrebbe utilizzato di nascosto una
carta di credito governativa di proprietà del ministero per pagarsi due film a
luci rosse sulla pay-Tv. Scandalo a tutta pagina e morte civile per decreto
giornalistico della Smith, costretta a pubbliche scuse e congedata con
ignominia. La cosa peggiore in assoluto, una volta di più, non inerisce alla
sostanza, bensì alla forma: le dimissioni a causa di interposta persona non
sono state determinate dal piano qualitativo, ovvero dal fatto che il marito
della Smith fosse un pornografo (robetta che comunque inerisce alla privacy
della persona singola) ma dal fatto che la pruderie (perché d'altro non si
tratta) del signor Timney abbia configurato l'unico comportamento che la severa
società anglicana considera come ineluttabilmente empio, ovvero l'utilizzo
improprio di denaro pubblico. Questo in un paese nel quale da un quinquennio
buono si sta seriamente pensando di abbassare l'età legale per avere rapporti
sessuali consenzienti a seguito dello spropositato numero di baby-mamme con cui
sistema penale e welfare hanno a che fare, 400 delle quali sono infraundicenni
(!!!) e i cui fecondi compagni dovrebbero, a norma di codice, trovare albergo
nelle patrie galere. Pragmatismo d'Albione, insomma...chapeau!!
Dagli esempi riportati emerge una paradossalità,
un'antinomia profonda e insanabile tra forma e sostanza che nella scalcinata e
tanto vituperata Italia non avrebbe mai trovato luogo. Eppure abbiamo
consentito a cori di ammirate voci bianche di assordarci, di toglierci ragione
e sentimento, di demolire il nostro elementare apparato critico: abbiamo ceduto
alla vulgata demagogica e strumentale del castismo, il cui unico scopo è stato
fin dal principio conculcarci visioni , narrazioni e principi non nostri,
assolutamente innaturali e lontani dall'italico comune sentire. Così oggi siamo
fermamente convinti che un politico che prende il tram rinunciando all'auto blu
sia automaticamente uno statista, che l'abolizione delle Province dimezzerà i
costi correnti dello Stato (falso, ma ci torneremo su...), che
"sobrietà" e "austerità" siano sinonimi di qualità
politica, che il "vero problema è l'evasione fiscale" (nuovamente
falso), che la strada per la crescita passi da Serpico e dal dimezzamento dei
parlamentari e del loro stipendio (e 2000 impiegati e consulenti del Quirinale
con cosa son pagati? Ticket pasto e strette di mano, forse?), che la nuova
frontiera di civiltà passi inesorabilmente dagli eco-pass e dai registri delle
unioni civili, che la tassa patrimoniale sia buona e giusta tanto che pure
Confindustria la chiede a gran voce, dimenticando il particolare non da poco
che, contrariamente alle aspettative sognanti del popolino, i capitani di
industria non sono fisicamente proprietari nemmeno dei piatti che usano per
gustare ostriche e caviale (i quali appartengono invece alle loro holding) e,
di conseguenza, chiedono tutti a gran voce un tassa che non li riguarderà
nemmeno di striscio. Comodo. E proficuo. Abbiamo consentito, insomma, che i
castisti in servizio permanente ci castrassero ideologicamente, degradandoci
tutti da "cittadini" a semplice fenomeno sociale, funzionale in primo
luogo all'omologazione culturale e politica che la cosiddetta Europa ci impone:
omologazione di cui l'attuale esecutivo è solo punta dell'iceberg.
Il punto chiave è oggi il seguente, quindi: mettendoci
una manina nei pantaloni riusciamo, per caso, a ritrovare una manciata di palle
e a reagire, politicamente of course, di fronte alla svendita all'incanto del nostro
Paese? Perché nell'attesa che Re Riccardo torni dalla Siria e cacci a pedate
Giovanni e Nottingham, o pretendiamo e otteniamo una nuova Magna Charta oppure
non ci resta che Sherwood...
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