sabato 21 gennaio 2012

LESBOINGEGNERIA

Di Raffaele Iannuzzi

"la libertà, inesistente senza il fondamento naturale della vera identità del singolo, salta. In un mondo così cinicamente invaso dalla retorica sulla “libertà”


Due mamme americane e lesbiche, Pauline Moreno e Debra Lobel, hanno adottato un bimbo, Tommy. Tommy da tre anni prende ormoni, che gli bloccano la crescita sessuale, così da poter scegliere, all’età giusta (quale?), la sua identità sessuale. Già, perché le due donne, sposatesi in sinagoga nel 1990, hanno già capito e deciso tutto: Tommy – oggi chiamato Tammy – voleva diventare donna. Le sue crisi e i suoi turbamenti psichici – tanto gravi da essere diagnosticati come GID – Gender Identity Disorder – derivano dal fatto che, come uomo, proprio non ci sta, non sono i suoi panni, come accade con un abito o troppo stretto o troppo largo, ci vuole, dunque, la “giusta” misura. E chi può decidere la “giusta” misura dell’identità sessuale di un bambino? Intanto, le due zelanti mamme lesbiche ebree progressiste, che hanno già tracciato la personalissima filosofia della storia del povero bambino – bambina in nuce, a loro insindacabile giudizio – e, a scanso di difficoltà ulteriori, gli si blocca violentemente la crescita sessuale. Perché? Ma perché la crescita sessuale è schifosamente naturale, dunque contraria all’ideologia del pensiero unico lesbico-omosex, per il quale chiunque non può trovare comodo l’assetto naturale del suo essere individuale, “deve” per forza voler essere altro. Poi che le crisi derivino proprio dal fatto che il transgender è un capestro che rompe il collo e strozza il fiato del vivere appunto naturale (stavolta senza virgolette) di una giovane creatura, per carità, neanche a pensarci. Insomma, alla fine, hanno sempre ragione loro e ciò al di là delle ragioni razionalmente declinate e del puro buon senso, della realtà, della tradizione umana, laica, perfino agnostica, atea, non credente. Un sentiero – oggi interrotto – che ha posto le basi del retto pensiero: anche per un materialista novecentesco, un uomo era un uomo e una donna una donna. Oggi no, perché dentro il cuore dell’ideologia lesbico-transgender c’è un qualcosa di più che proviene dal maligno, da Satana, tanto per essere chiari: siamo oltre l’evangelico “sì, sì, no, no, il di più viene dal maligno”. E, infatti, domina il pensiero maligno della de-formazione dei fatti nudi e crudi, della realtà come tale, la più semplice, immediata, evidente. Come il diavolo è la scimmia di Dio, questa poltiglia grigiastra e pestifera somiglia alla libertà – per un certo numero, assai ristretto di persone, dunque la solita minoranza aggressiva e agguerrita -, ma, in realtà, è il totalitarismo più smaccato. Qual è il fulcro del totalitarismo? Quello già presente in Hobbes, poi rideclinato nel comunismo e nel nazismo: la realtà è artificio. Il Leviatano è, per Hobbes, “deus mortalis”, il dio mortale, la divinità alla quale soggiacere; e questo meccanismo statuale e coattivo, inscritto in una morsa meccanicistica, fatta di molle e ingranaggi, usa le persone per un progetto superiore che solo pochi eletti possono conoscere. Tommy non sa chi sia Hobbes, ma sa perfettamente chi siano le due poliziotte lesbiche che gli stanno addosso da anni, dunque è come se conoscesse a menadito la faccenda. È la stessa cosa. Pauline e Debra hanno un progetto su Tommy – anzi, su Tammy – e sanno già a priori ciò che è giusto e sbagliato per lui. Non sono affatto relativiste, relativizzano l’assoluto naturale – nel senso di ab-solutus, sciolto da ogni altra valutazione ideologica preconcetta: o si è maschi o femmine – per sostituirlo con la loro ideologia. Che poi il bambino stia male e domani sia un poveraccio o una poveraccia senza volto e profilo identitario, poco importa: è la tensione al “bene” del male che ho scelto di inverare che conta. Così, il nazismo ha imposto il nichilismo pagano sulla società tedesca; così, Stalin si è inventato lo strumento dei piani quinquennali, trasformando la tradizionale società russa in un laboratorio della rivoluzione sovietica. Lo Stato decide l’identità dei popoli e la natura degli individui. Al sesso ci pensano le mamme lesbiche. Ma il meccanismo demonicamente totalitario è lo stesso. Mentre la libertà, inesistente senza il fondamento naturale della vera identità del singolo, salta. In un mondo così cinicamente invaso dalla retorica sulla “libertà”.

1 commento:

  1. quelle due donne per me sono due cretine e non dovrebbe essere permesso di far somministrare ormini ad un bambino. Vergogna !!!!!!!!!! Massimo Perni

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